Generali ha composto l‘Adelaide mentre era direttore musicale del teatro di “Santa Cruz” a Barcellona , dopo la rinuncia di Rossini per motivi economici, per l’inaugurazione del nuovo teatro di Rovigo. Questa commissione per Generali era doppiamente importante intanto perché si trattava dell’apertura di un nuovo teatro e poi perché doveva dimostrare che il Comune di Rovigo non aveva riposto male la sua fiducia. In effetti l’Opera è molto impegnata e impegnativa da tutti i punti di vista: si può dire che il Generali in questo lavoro abbia utilizzato al meglio tutta la sua precedente esperienza e tutte le suggestioni assorbite dai suoi contemporanei. Quello che si può individuare come donizettiano in questa partitura non può che essere il risultato di un’autonoma ricerca. Il rapporto, invece, con Rossini, del tutto risolto a favore del pesarese, è molto complesso. La prima Opera rappresentata di Rossini, La cambiale di matrimonio, è del 1810; ebbene, di Generali dal 1800 (Gli amanti ridicoli) al 1810 compreso vengono rappresentate ben 21 Opere buffe in molte città italiane e si può pensare che Rossini, in giro per l’Italia con i genitori, abbia ascoltato almeno qualcuna di quelle produzioni e che questi contatti, del tutto verosimili, abbiano determinato in lui qualche significativo stimolo creando poi percorsi sostanzialmente paralleli. L’Adelaide è un lavoro di grande respiro, di forte impegno musicale e drammaturgico, ricco di interessanti invenzioni, di intensa espressività e di una straordinaria varietà ritmica.
La revisione è stata realizzata, in collaborazione con l’Archivio Ricordi, per la prima ripresa moderna effettuata il 17 marzo 2012 al Teatro Sociale di Rovigo con la partecipazione dei solisti del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto (è stato necessario ricomporre le parti dei fiati che non sono state trovate nella partiturina in fine che l’autore cita. Mirko Bertolini, che ha recensito la prima ripresa, scrive fra l’altro (www teatro.org, Anno 6, numero 12): “…Questo allestimento è anche un prezioso lavoro frutto di uno studio approfondito degli autografi da parte del maestro Franco Piva… Grande il lavoro del maestro Piva che ha ridato lucentezza a questa partitura dimenticata negli archivi Ricordi. Si è trattato di un evento storico musicale e culturale unico di grande rilievo…Il maestro Franco Piva è stato eccezionale alla guida dell’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta: la sua lettura filologica ha permesso di riscoprire queste pagine dense di melodie cariche di espressività preromantica…”.